Un’Odissea Infinita
Un viaggio alla conquista di se stesso. È questa la più titanica delle imprese che l’eroe omerico si accinge a compiere.
L’Odissea di Omero è, in assoluto, l’opera che meglio di ogni altra riesce a rendere attraverso la metafora del viaggio, il lungo, lento, paziente, ma avventuro percorso che l’uomo compie alla ricerca di se stesso. Un viaggio scandito da tappe coincidenti ai diversi stadi di crescita e di evoluzione a cui ci chiama la vita.
Omero fa compiere al suo eroe ardue imprese. Lontano dalle coste di Itaca lo attendono guerre, mostri, pericoli, gli stessi che incontra sulla strada del ritorno, quando, finalmente pago di saperi, sceglie la rotta per casa. Ulisse lascia la sua Terra e esplora il mondo, supera le sue paure, risponde ai suoi dubbi, si addentra in territori della conoscenza e ritorna a casa. Ulisse è l’Uomo moderno che si spinge quotidianamente nel superamento dei propri limiti, che tenta affondi verso la conoscenza del mondo ma, soprattutto di sé. E torna a casa, consapevole dei suoi confini. Un “viaggio circolare”. Si parte da casae si ritorna a casa, per ripartire. Perché più forte del desiderio del ritorno è la bramosia della conoscenza.
Enzo De Caro, accompagnato dalle musiche al pianoforte di Francesco Mancarella e al beatbox e al clarinetto da Lorenzo Mancarella, dà voce all’Eroe Omerico, ci spiega le motivazioni che hanno accompagnato il viaggio di Ulisse e ci aiuta nella comprensione di quei “viaggi quotidiani” che spesso compiamo alla ricerca di noi stessi.
Lo fa con la leggerezza del “consigliere”, dell’ ”amico saggio” che piuttosto che additare gli errori, cerca immagini lievi a cui ispirarsi. Ci riporta sull’isola di Calipso, ci immerge nella dimensione surreale del mare azzurro e, soprattutto, rende il suo speciale omaggio alla letteratura, alla poesia, alla musica e all’arte che ad Ulisse si sono ispirati. In questo viaggio Ulisse non incontra mostri e lestrigoni, ninfe e creature divine, ma “dialoga” con Francesco Guccini, e il suo racconto di Odysseo, incontra Dante e i dannati del canto XXVI dell’Inferno, Lucio Dalla e i versi di Itaca. Incontra la Poesia di Pascoli e di Montale, di Tyson, di D’Annunzio,i versi delle canzoni di Caparezza, la letteratura di Borges e di Kafka e termina nell’infinito di Leopardi. Perché tra epica e invenzione, tra commento e narrazione, tra esegesi e interpretazione, vale il valore della parola che incanta… come il coro delle Sirene di Ulisse.